Arnold Palmer Invitational : Al test del percorso

Arnold Palmer Invitational : Cronaca del martedì.

Inizia a scaldarsi l’atmosfera nel Golf Club di Bay Hill. Il driving range si riempie di campioni così come il putting green dove le migliori marche di putter espongono club avveniristici per peso precisione e bilanciamento. Non sono da meno i primi e numerosi appassionati, intere famiglie con bambini al seguito, perchè negli USA il golf è uno sport di massa e popolare, si affollano sui vialetti che costeggiano il percorso. Se non ci sono campioni che giocano, comunque tutto il contesto è da ammirare e fotografare. Palmer si innamorò, dopo il primo giro, immediatamente del campo. “Ho appena giocato nel miglior campo da golf della Florida e voglio diventarne il proprietario”. disse alla moglie Winnie, Arnold che nel 1975 acquistò il Bay Hill Club & Lodge che a partire dal 1979 ospitò la prima edizione dell’Arnold Palmer Invitational.

Martedì giornata tradizionalmente dedicata alle rifiniture ad alla verifica del campo. Super affollato il driving range con nomi pesanti a testare driver e ferri. Ludvig Aberg in testa alla classifica della FedEx

A fargli compagnia Shane Lowry vincitore nel 2019 di The Open,

E circondato dalle televisioni il numero uno del mondo Scottie Scheffler anche lui alle prese con il driver.

Il texano ha comunque provato anche il percorso, partendo insieme al sudafricano Christiaan Bezuindnhout, dalla buca 10. Maniacale, la cura dei due nel testare tutti i bunker intorno ai green, il raft provando più approcci da distanze diverse, il putting simulando le eventuali differenti posizioni delle bandiere nei quattro giorni di gara,

L’impressione osservando i due da vicino è che i green siano velocissimi e sarà, se il tempo si mantiene secco e caldo come in questi giorni, un vero problema fermare la palla. Scottie che ha delle mani d’oro ha provato e riprovato gli approcci, per trovare il giusto timing.

Non da meno il problema dell’acqua. Alle buca 12 per esempio per stare lontani dal lago sulla sinistra entrambi sono finiti in bunker, con ancora 130 metri prima di arrivare all’asta. Per dirla con le parole di Xander Schauffele

“Ogni volta che manchi il fairway, ti ritrovi a cercare un bunker dove almeno poter colpire il colpo successivo, o sperare di coprire un centinaio di yard sopra un ostacolo d’acqua

Impressione confermata da Rory McIlroy “Lo vedo come uno U.S. Open”, ha detto il nord irlandese nel 2023. “Il rough fitto, i green duri e le condizioni difficili lo rendono un test impegnativo… I green si asciugano, diventano duri e sempre più veloci con il passare delle ore.”

Domani si giocherà la Pro-Am, diciotto buche per un primo test significativo.

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