Nata nel 2017 Golf4Autism, per iniziativa di Golfprogram, cerca di creare una breccia nel muro della malattia per avvicinare al golf, bambine, bambini ed adolescenti con qualsiasi livello di gravità. Il progetto, patrocinato dalla Federazione Italiana Golf, è inserito come progetto di inclusione nella legacy della Ryder Cup 2023. Nel 2018 la FIG ha sottoscritto un accordo con la Federazione Italiana Sport Paraolimpici per favorire e regolare il tesseramento di allievi ed allieve con autismo. Al pretto hanno aderito via via numerosi golf club distribuiti sull’intero territorio nazionale, Attualmente sono sedici i golf club che partecipano al progetto. Uno o due giorni alla settimana i maestri accolgono sui campi ragazzi e ragazzi accompagnati dalle famiglie, formando gruppi con coetanei a sviluppo tipico favorendo l’inclusione.
Il Prof. Alberto Zuliani professore emerito di statistica e Presidente dell’associazione di volontariato “una Breccia nel muro” illustra il progetto :“Si gioca a qualsiasi livello di Golf. La nostra è una Associazione di volontariato. Accogliamo tutti, sappiamo che abbiamo dei problemi, non deve essere replicato da altri Golf Club. Questa cosa comporta come pericolo che l’attività sul campo sia considerata un accudimento. Le famiglie sono contente c’è un terapista. Ma non ci soddisfa, i ragazzi devono progredire sull’attività motoria, sulla parte relazionale. Abbiamo sottoposto a monitoraggio scientifico non tutti i 16 circoli, ma alcuni, e ci proponiamo di monitorare questa attività per un certo numero di golf club e di allievi “
Al professor Fiorenzo Laghi è affidato il monitoraggio delle attività “Le attività sono volte a valutare se l’attività può aiutare le persone con autismo ad acquisire delle abilità. Non sono contesti terapeutici, ma si punta sulla formazione con implicazione dei maestri che devono sapere lavorare con la diversità. Contesti inclusivi che conoscano la neurodiversità e la sappiano trattare per non ferire le persone diverse da noi. Monitorare per vedere se le cose funzionano o no. Chiesto ai genitori il funzionamento dei figli , ai maestri di osservare i ragazzi durante le attività cercando analizzare dimensioni specifiche riferenti alla capacità del ragazzo. Cercare di verificare se nei ragazzi ci sarà soddisfazione per capire se le attività proposte possano avere un senso per le persone con autismo. Speriamo di avere presto i risultati con le luci e le ombre connesse Valutazione nell’arco temporale di 12 mesi, cercando di curare una fase di follow-up”.
La testimonianza di Erika Tritoni mamma di un bimbo autistico conferma la validità del progetto “Possiamo informarci e procedere con quelle se sono le terapie migliore. Per esempio quelle cognitivo temporali ed i nostri bambini vengono rinchiusi in questa stanza. Noi vorremmo vedere i nostri bambini giocare, ma purtroppo i nostri figli hanno delle ipersensibilità che non permettono loro di stare con gli altri bambini. Nella provincia di Como abbiamo avviato tre corsi Golf4Autism. Riusciamo a portare in campo quella terapia che prima era fatta in uno stanzino. I bambini in campo sono felici, e soprattutto si divertono . Anche per noi è un relax sapendo di avere affidato il loro figlio a persone qualificate.”
Ed il progetto sarà compreso nel lascito della Ryder Cup come testimonia il Direttore Generale Gian Paolo Montali : “Tutto è nato perché GolfProgram è venuto in Federazione e ci ha parlato di questa storia. Per noi era una grande opportunità e ci siamo accorti che c’erano fondazioni per lo spettro autistico, la differenza è che noi ci muoviamo fino ai 18 anni, mentre la Fondazione di ms. Els segue anche gli adulti oltre i 18 anni. Tra l’altro il Presidente Trump ha elogiato la Fondazione di Els, Negli altri paese c’è una sensibilità maggiore della nostra. Sentire che un ragazzo accetti una fila è già un risultato straordinario. Questo ci rende felici e cercheremo di ampliare sempre più questo progetto per sensibilizzare sempre di più queste attività”
(Foto Bruno Tanci)